La storia di San Leo
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E così, il detto S. Leo nacque nel quinto secolo, a Bova, da genitori onesti e pieni di virtù, che lo educarono nel timore del Signore, onde ancora bambino mostrò i segni della sua santità, rifuggendo i giochi ed i divertimenti infantili, frequentando la Chiesa dall'infanzia, e così, vero imitatore di Basilio, non conobbe altra via se non quella che conduceva alla Chiesa, e quella che portava alla scuola, per apprendere la dottrina. Ancora fanciullo, era assiduo nei digiuni, e spesso con quello che era di più saporito nei suoi cibi ristorava i poveri; assisteva le messe del Sacrificio, nelle quali impiegava il tempo che poteva, ed è straordinario con quale compassione, modestia, silenzio e devozione visitasse le Chiese, non voltando mai il viso dagli altari e dalle immagini. Pregava molto spesso, e , immobile per molte ore, dedicava i giorni e le notti a Dio. Inoltre, aveva caro passare spesso le intere notti insonni, per dedicarsi a Dio e godere dei suoi colloqui. Perciò gli accadde di pensare di entrare nella Religione appena compiuta l'infanzia; dopo che il Padre e la madre lo seppero, ci preoccuparono di dissuaderlo, ma il Santo giovane, sapendo che un discepolo di Cristo deve abbandonare il Padre , la madre e tutto ciò che gli appartiene al mondo per seguire Cristo, ancora giovane negli anni, ma provetto nello spirito, non tenne in conto i blandimenti dei genitori, disse addio al mondo, e fuggendolo, convolò alla Religione di Basilio quando aveva appena raggiunto i dodici anni.
Il Sorbo di Angelo: un frutto dimenticato
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Da tempo con il mio amico Angelo Gligora, le rare volte che c’incontriamo parliamo di argomenti riferiti al mondo contadino ormai perduto per sempre, di cui sempre più sbiadiscono persino i ricordi. Nelle ultime volte che ci siamo incontrati abbiamo parlato del mulino ad acqua che era ubicato sulla fiumara tra Africo e Casalnuovo, di cui si servivano ambedue le comunità, gestito dalla famiglia di sua suocera, originaria di Roghudi, transitando su un ponte di legno che scavalcava il torrente. Personalmente ero passato a piedi da bambino su quel ponte in quanto nell'immediato dopoguerra alcune famiglie di Ferruzzano e altre di Bruzzano usavano partire con una teoria di asini piena di prodotti alimentari che dovevano durare una ventina di giorni e raggiungere Santa Maria, una montagna ricadente forse nel comune di Roghudi. Si partiva da Ferruzzano e da Bruzzano la sera e in due ore, a piedi si raggiungeva la contrada Asceti nel comune di Africo, dove nei pressi dell'aia della famiglia Alagna ci si accampava per essere pronti ai primi chiarori dell’aurora a ripartire, facendo i tornanti della mulattiera delle Coste di Barili rasentando il rifugio forestale di Agrame e attraversando la strettissima mulattiera che orlava i precipizi del Passo della Zita, fino al Passo di Ficara dove una scorciatoia ripidissima portava a Casalnuovo e dove tutti i viandanti si fermavano per far riposare gli asini e per rifocillarsi con un pezzo di pane ed un sorso d’acqua. Si ripartiva e arrivati a Furchi per andare a Santa Maria si prendeva a destra la strada in costruzione allora per Casalnuovo, mentre a sinistra si andava per i Campi di Bova. Arrivati a Casalnuovo si continuava passando sul ponte di legno e si continuava per Africo, passando vicino all’asilo e poi vicino al cimitero, dove si svoltava a sinistra e si proseguiva fino alla montagna, attraversando la contrada Carruso. Dopo circa trenta e passa Km a piedi, nel pomeriggio inoltrato si arrivava sfiniti e gli uomini conficcavano in una radura pali di legno su cui velocemente stendevano una tenda per il primo riparo; il giorno seguente per ogni famiglia veniva completata una capanna di felci.
Aspromonte, il film di Calopresti al cinema dal 21 novembre 2019
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Finalmente arriva al cinema il film di Mimmo Calopresti: ASPROMONTE La terra degli ultimi. Il Film, ispirato dal romanzo di Pietro Criaco “Via dall’Aspromonte” (Rubbettino Editore), è distribuito da Italian International Film con Rai Cinema con il contributo della Regione Calabria e Calabria Film Commission. Scritto da Mimmo Calopresti con Monica Zapelli, con la collaborazione di Fulvio Lucisano è interpretato da Valeria Bruni Tedeschi, Marcello Fonte, Francesco Colella, Marco Leonardi e con la partecipazione di Sergio Rubini. Ad Africo, un paesino arroccato nella valle dell'Aspromonte calabrese, alla fine degli anni '50, una donna muore di parto perché il dottore non riesce ad arrivare in tempo e perché non esiste una strada di collegamento. Gli uomini, esasperati dallo stato di abbandono, vanno a protestare dal sindaco. Ottengono la promessa di un medico, ma nel frattempo, capeggiati da Peppe, decidono di unirsi e costruire loro stessi una strada. Tutti, compresi i bambini, abbandonano le occupazioni abituali per realizzare l'opera. Giulia, la nuova maestra elementare, viene dal Nord, e vuole insegnare l'italiano "se Africo entrerà nel mondo grazie alla strada, i ragazzi dovranno conoscerlo prima, imparando a leggere e a scrivere".
- Il trailer del ufficiale del film da https://www.mymovies.it
- rbcasting.com/speciali/2019/09/28/aspromonte-di-mimmo-calopresti-al-cinema-dal-21-novembre/
- comingsoon.it/film/aspromonte-la-terra-degli-ultimi/57931/scheda/
- cinema.fanpage.it/aspromonte-la-terra-degli-ultimi-trama-trailer-e-curiosita-del-film-di-mimmo-calopresti/
Premio letterario internazionale "Città di Como"
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Premio letterario "Città di Como". Grande successo per il Premio internazionale "Città di Como", giunto alla VI edizione. Nel Salone d'onore di Villa Olmo (Como) in Via Cantoni sono stati annunciati i vincitori. Su 2700 partecipanti a questa edizione, uno dei vincitori nella sezione "Narrativa edita" è lo scrittore africese Pietro Criaco 1° classificato con il suo libro "Via dall'aspromonte" edito da Rubbettino. Ambientato ad Africo negli anni '50, sperduto paesino dell'Aspromonte, dove gli abitanti decidono di unirsi per costruire una strada che li salvi all'isolamento. Complimenti a Pietro.
Angelo Gligora
Una "platea" dell'antica chiesa San Nicola di Africo
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Nel giugno 2018 avevamo pubblicato questo documento con una traduzione breve e piuttosto approssimativa. Oggi, grazie alle costanti ricerche di Andrea Morabito, pubblichiamo il testo integrale della traduzione. La platea rappresenta un documento inventariale dei possedimenti della chiesa San Nicola di Africo redatto dal Parroco. Lo scritto può essere collocato, con tutta probabilità, in un arco temporale che va dall'anno 1500 al 1700. L'immagine allegata rappresenta solo la prima pagina dell'intera traduzione che riporta, tra l'altro, l'anno 1722.
In arrivo la sagra del tartufo di Pizzo
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Grazie al patrocinio del Comune di Africo e alla collaborazione della rinomata gelateria Enrico di Pizzo anche quest'anno arriva la "Sagra del Tartufo". Una buona occasione, considerate le alte temperature estive di questo periodo, per conquistare un momento di sollievo. "Bello da vedere dolce da gustare in poche parole il più buono del Mondo", è questo il motto che accompagna il dessert gelato da assaporare ad Africo venerdì 23 agosto in Piazza San Salvatore a partire dalle ore 20:00. Per informazioni relative alla possibilità di esporre i prodotti contattare Francesca al n. 333 3968042.