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Vista di Africo nuovo

Africo Nuovo

Il paesaggio in una foto scattata dalla collina


Fondali del mare di Africo

Il mare

Lo splendido fondale della scogliera


Il mare ad Africo

Il mare

La costa vista dalla zona "parte di dietro"


La sabbia del mare ad Africo

Il mare

La caratteristica sabbia della costa


Casalinuovo

Casalinuovo

Una panoramica dei ruderi di Casalinuovo


Ruderi di Casalinuovo

Casalinuovo

La vista di Casalinuovo dalla strada che conduce ad Africo Vecchio


Africo Vecchio

Africo vecchio

La vista dei ruderi del paese di Africo vecchio


Scuole Elementari di Africo Vecchio

Africo Vecchio

Effige delle antiche Scuole Elementari di Africo vecchio


Rudere di Africo Vecchio

Africo Vecchio

Il particolare di un rudere ad Africo Vecchio


La parte di mare chiamata Il chiosco

Il mare

La costa della "parte di dietro" vista dal "chiosco"


Gli scogli al mare di Africo

Il mare

Gli scogli della "parte di dietro" visti dalla "scogliera"



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La flora preziosa del territorio montano di Africo

Dettagli
Pubblicazione: 22 Giugno 2020

La flora preziosa del territorio montano di Africo

L’Aspromonte in generale ed il territorio di Africo in particolare, conserva nel tempo un patrimonio naturalistico di inestimabile valore grazie anche alla sua particolare conformazione topografica e morfologica. Si va dalla rosa di montagna, una particolare erba che brilla di notte per arrivare all’erba di San Giovanni che “caccia i diavoli” che fa bene alla pelle passando dalle orchidee della fiumara San Leo. Per i dettagli si rimanda agli articoli originali.

  • La rosa di montagna: l’erba di luna che brilla di notte come gli astri (http://www.ecodellalocride.it)
  • La raccolta dell’erba di San Giovanni: che “caccia i diavoli” e fa bene alla pelle (http://www.ecodellalocride.it)
  • Il miracolo delle orchidee: i fiori della fiumara San Leo (http://www.strettoweb.com)

Un libro, un film, un sogno

Dettagli
Pubblicazione: 17 Giugno 2020

Via dall Aspromonte il libro di Pietro Criaco

l libro di Pietro Criaco, Via dall’Aspromonte, Collana Velvet Rubettino Editore, 2019 ed il film tratto: Aspromonte - La terra degli ultimi, di Mimmo Calopresti, 2019, sono stati concepiti con amore e poi partoriti dal cuore! Primi anni ’50, Africo, la Calabria, il Sud: la terra degli ultimi! Lotta per la vita, contro la morte, per l’amore e la speranza di un “possibile” futuro migliore, pieno di tutti quegl’ideali che accompagnavano il periodo post-bellico, qui rafforzati da condizioni di sottosviluppo atavico ed ancestrale. Sopravvivere alla vita vivendo, con la coscienza di costruire le condizioni di base per un futuro degno di potere e dover vivere e potere e dover poi governare! Questo il sottofondo costante. I personaggi s’intrecciano in uno speculare caleidoscopio tra i colori della miseria e della povertà materiale dove la fierezza e la dignità degli uomini e delle donne è posta in primo piano e non viene mai meno, anzi è un motivo in più per continuare a vivere e lottare. Mai abbandonati a se stessi ma sempre consapevoli di essere un corpo unico reattivo al bene ed al male. Coscienza di classe sociale appresa per necessità di sopravvivenza. Ideale interiorizzato dalle dure condizioni quotidiane dell’esistenza!

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Cammino Basiliano, una tappa anche ad Africo Antica

Dettagli
Pubblicazione: 13 Giugno 2020

Pellegrinaggio San Leo 2015

Sono 7mila chilometri di percorso, dislocati in 20 regioni italiane, da esplorare rigorosamente a piedi, per un totale di 25 parchi nazionali e 400 tappe. La Calabria ne conta 44, che si articolano attraverso 955 chilometri di paesaggi straordinari. Il punto di partenza è il suggestivo borgo affacciato sul mar Ionio di Rocca Imperiale, si toccano poi i comuni di Canna, Nucara, Santa Maria degli Antropici, Oriolo, Alessandria del Carretto, Cerchiara Calabra e Santa Maria delle Armi sino a raggiungere l’incantevole borgo di Civita, nel cuore del Parco nazionale del Pollino e della riserva naturale delle Gole del Raganello. «L’accoglienza che si trova è rappresentata da monasteri, castelli, B&B e ospitalità diffusa. É un cammino di fede, arte, storia, minoranze linguistiche greche e albanesi, foreste, natura incontaminata e paesaggi tra mare e monti» scrive Carmine Lupia, responsabile del progetto, che annuncia la nascita del Cammino basiliano sul suo profilo Facebook: «Dopo quattordici anni di studio, otto anni di cammino e di revisione delle tracce GPS, finalmente è stato ultimato dalla associazione Camminatori Basiliani. Il Cammino basiliano percorre la Calabria da nord a sud per 955 Km, soprattutto su sentieri e piste». Il percorso passa attraverso l’Aspromonte, con sosta nell’antico borgo di Africo, presso il rifugio Carrà, risalendo l’antica mulattiera basiliana che porta al santuario di San Leo (in foto). Termina a Reggio Calabria. A ogni tappa corrisponde a una giornata di cammino e in ogni posto si trova da dormire e da mangiare.

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I 100 anni della Grande Guerra a cura di Andrea Morabito

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Pubblicazione: 23 Febbraio 2020

I 100 anni della Grande Guerra di Andrea Morabito

Il 2018 è stato l'anno cento dalla fine della I Guerra Mondiale. Comunemente nota come Grande Guerra; ed effettivamente grande lo fu, a cominciare dal conto finale delle vittime che furono quasi 10 milioni, con un numero esorbitante di mutilati. A cento anni di distanza dare una cifra esatta delle vittime, rimane difficile, infatti variano a seconda dei vari studi degli storici. Alcuni, fanno rientrare tra le vittime anche i civili e quelle causate dall'epidemia chiamata "spagnola" che tra il 1917 e il 1918 fece strage in tutta Europa; il numero in questo computo è semplicemente mostruoso circa 26 milioni. Ma se ci limitiamo a contabilizzare ( termine improprio, ma non so usare altro termine per rendere l'idea) solo le perdite militari, abbiamo la cifra detta sopra. A scendere nel particolare, considerando le perdite totali per schieramento, abbiamo gli Imperi centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero Ottomano e altri alleati) 4 milioni, e 6 milioni gli eserciti dell'Intesa. Il paese che ebbe il più alto numero di caduti fu la Russia con oltre 2 milioni seguita dalla Germania con perdite quasi simili. L'Italia, ebbe un numero molto minore ma non per questo meno importante, si attesta a 651mila morti e oltre 1 milione di feriti; la battaglia più sanguinosa per le truppe italiane è stata l'undicesima battaglia dell'Isonzo del 1917 dove perirono oltre 166mila soldati. Se questi dati li trasformiamo in termini di percentuale, in rapporto col numero di abitanti della nazione belligerante, notiamo che la Serbia è la nazione più colpita con 8% dei suoi abitanti caduti al fronte. Seguono Francia e Impero Ottomano con il 3.5%. L'Italia è al disotto del 2%.

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La storia di San Leo

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Pubblicazione: 16 Febbraio 2020

san_leo_africo.jpgE così, il detto S. Leo nacque nel quinto secolo, a Bova, da genitori onesti e pieni di virtù, che lo educarono nel timore del Signore, onde ancora bambino mostrò i segni della sua santità, rifuggendo i giochi ed i divertimenti infantili, frequentando la Chiesa dall'infanzia, e così, vero imitatore di Basilio, non conobbe altra via se non quella che conduceva alla Chiesa, e quella che portava alla scuola, per apprendere la dottrina. Ancora fanciullo, era assiduo nei digiuni, e spesso con quello che era di più saporito nei suoi cibi ristorava i poveri; assisteva le messe del Sacrificio, nelle quali impiegava il tempo che poteva, ed è straordinario con quale compassione, modestia, silenzio e devozione visitasse le Chiese, non voltando mai il viso dagli altari e dalle immagini. Pregava molto spesso, e , immobile per molte ore, dedicava i giorni e le notti a Dio. Inoltre, aveva caro passare spesso le intere notti insonni, per dedicarsi a Dio e godere dei suoi colloqui. Perciò gli accadde di pensare di entrare nella Religione appena compiuta l'infanzia; dopo che il Padre e la madre lo seppero, ci preoccuparono di dissuaderlo, ma il Santo giovane, sapendo che un discepolo di Cristo deve abbandonare il Padre , la madre e tutto ciò che gli appartiene al mondo per seguire Cristo, ancora giovane negli anni, ma provetto nello spirito, non tenne in conto i blandimenti dei genitori, disse addio al mondo, e fuggendolo, convolò alla Religione di Basilio quando aveva appena raggiunto i dodici anni.

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Il Sorbo di Angelo: un frutto dimenticato

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Pubblicazione: 16 Novembre 2019

Il Sorbo di Angelo un frutto dimenticato

Da tempo con il mio amico Angelo Gligora, le rare volte che c’incontriamo parliamo di argomenti riferiti al mondo contadino ormai perduto per sempre, di cui sempre più sbiadiscono persino i ricordi. Nelle ultime volte che ci siamo incontrati abbiamo parlato del mulino ad acqua che era ubicato sulla fiumara tra Africo e Casalnuovo, di cui si servivano ambedue le comunità, gestito dalla famiglia di sua suocera, originaria di Roghudi, transitando su un ponte di legno che scavalcava il torrente. Personalmente ero passato a piedi da bambino su quel ponte in quanto nell'immediato dopoguerra alcune famiglie di Ferruzzano e altre di Bruzzano usavano partire con una teoria di asini piena di prodotti alimentari che dovevano durare una ventina di giorni e raggiungere Santa Maria, una montagna ricadente forse nel comune di Roghudi. Si partiva da Ferruzzano e da Bruzzano la sera e in due ore, a piedi si raggiungeva la contrada Asceti nel comune di Africo, dove nei pressi dell'aia della famiglia Alagna ci si accampava per essere pronti ai primi chiarori dell’aurora a ripartire, facendo i tornanti della mulattiera delle Coste di Barili rasentando il rifugio forestale di Agrame e attraversando la strettissima mulattiera che orlava i precipizi del Passo della Zita, fino al Passo di Ficara dove una scorciatoia ripidissima portava a Casalnuovo e dove tutti i viandanti si fermavano per far riposare gli asini e per rifocillarsi con un pezzo di pane ed un sorso d’acqua. Si ripartiva e arrivati a Furchi per andare a Santa Maria si prendeva a destra la strada in costruzione allora per Casalnuovo, mentre a sinistra si andava per i Campi di Bova. Arrivati a Casalnuovo si continuava passando sul ponte di legno e si continuava per Africo, passando vicino all’asilo e poi vicino al cimitero, dove si svoltava a sinistra e si proseguiva fino alla montagna, attraversando la contrada Carruso. Dopo circa trenta e passa Km a piedi, nel pomeriggio inoltrato si arrivava sfiniti e gli uomini conficcavano in una radura pali di legno su cui velocemente stendevano una tenda per il primo riparo; il giorno seguente per ogni famiglia veniva completata una capanna di felci.

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  1. Aspromonte, il film di Calopresti al cinema dal 21 novembre 2019
  2. Premio letterario internazionale "Città di Como"
  3. Una "platea" dell'antica chiesa San Nicola di Africo
  4. In arrivo la sagra del tartufo di Pizzo
  5. "Gente in Aspromonte" seconda edizione il 29 e 30 agosto
  6. 2° Africo Summer Fitwalking: il programma completo
  7. L'estate ad Africo con l'iniziativa "Estate africese"
  8. Serata di Balletto a cura del Maestro Natale Nucera
  9. La scuola primaria di Africo tra legalità e ambiente: piantati alberi in terreni confiscati
  10. La trasmissione "Linea Verde" in Calabria

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  • Storia: le proteste nei centri da parte degli sfollati di Africo di Andrea Morabito
  • A proposito di San Martino di Gianni Luzzi
  • Arriva la festa di San Martino
  • Storia e Memoria storica "L'Alluvione del '51" di Bruno Palamara
  • AgroArcheoTrekking organizza una giornata di trekking fino ad arrivare a Casalinuovo

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