Giovanni Favasuli nasce a Melito Porto Salvo in provincia di Reggio Calabria il 28 marzo 1952. Dottore in Filosofia e Pedagogia, vive ad Africo nuovo. Avvicinatosi alla poesia in vernacolo come per gioco, come per magia; incantato, ammaliato dalla portata dei suoi valori, dei suoi suoni, dalla intrinseca, innata sua capacità di fissare con azzeccate e vigorose pennellate, quasi carovaggeschi chiaroscuri, un piccolo, grande mondo antico, che inesorabilmente, sotto i possenti colpi di maglio del progetto tecnico-scientifico tramonta e si dissolve, il poeta, non senza qualche nota, qualche ventata di modernità, con questa sua silloge, a quel mondo, tributa un pur dolce sentimento di gratitudine e di rimpianto, d’infinito amore.
Tutto è giudizio, cioè sentimento riflesso delle cose circostanti in questa raccolta poetica di Giovanni Favasuli: il vecchio paese, che eterno riposa nella memoria; il calabrese, che erra per il mondo; i treni da dove nessuno scende e tutti salgono; l'umile pastore, che colloquia con il gregge, e Madre Teresa, che si nutre del dolore del mondo, e, da quel costato, la madre, madre meridionale, mater dolens madre addolorata come la Madonna; la Chiesa di Dio, che prega a valle, e i Longini, che seminano lutti. Come non spesso succede nella poesia dialettale, nulla vi ha che richiami il munici- pio, il campanile, il perimetro paesano, sequestra- to dalla Storia. Giovanni Favasuli ha inscritto il suo gruzzolo di affetti e di asprezze nel cielo lontano che ne promette il riscatto. E intanto assicura al verso, ai suoi versi, cullati dalla certezza perpetua dei valori cristiani, il respiro metafisico del cuore che palpitando va verso le stelle. Dove la poesia va.
(dal libro “’U MARU GIANNANDRIA” – Rubbettino, marzo 2003)
La raccolta "L'Aspromonte in vernacolo" edito da Laruffa
Ogni uomo dovrebbe essere fiero
della propria appartenenza ad un gruppo etnico
assurto alla dignità di popolo;
ed ogni popolo,
con altrettanta fierezza,
dovrebbe difendere
la propria identità culturale;
affinché di essa,
alle generazioni venture,
rimanga indelebile orma
nei manufatti,
nelle tradizioni,
nella poesia,
nella musica e nel canto.
L'autore
Rassegna stampa
Traccia Promo "Facimu Rota" con la partecipazione di Lucia Catanzariti
Alcune poesie...
SUGNU AFRICÒTU Senza pipìta, ciaraméddhi muti! |
TSUNAMI! Comu ’nu latru ’nto chjînu d’u jornu, Tingìu c’a pici, cu nigru carbùni, Cca ’nta Calabria rriva ogni ’n jornu, Non menti pedi fora c’a tî spagni: Perciò nui chi ggià simu marpatùti, |
POVARA ITALIA Povara Italia, da grandi riggìna, ’U stivàli è ggià tuttu strudùtu Fusti docchjàta, no ’ndai cchjù furtùna, D’a paradìsu, parìsti latrìna Cucchi e corbàcchj, supra d’i barcùni, ’I Bossi, Prodi, Fini, Berlusconi, |
'A MADONNA D'A GRUTTA (prima) |
'A MADONNA D'A GRUTTA (dopo) Rinescìru ' i tròvanu ' a manèra: |
BANCHETTI Maccarrùni, formàggiu, carni, vinu... Piddì=Partito Democratico |
I DU PIATTI DA BILANZA
NATALI
U MARU GIANNANDRIA
U PRESEPIU I SASA E PORZI