"Nuovi Orizzonti" promuove Orchidea Unicef 2012
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Anche quest'anno il Circolo Culturale Artistico "Nuovi Orizzonti" vi invita, da sabato 6 a domenica 7 ottobre presso la Piazza San Salvatore, all'iniziativa dell'UNICEF per aiutare i bambini dell'Africa.
"l tuo gesto ci aiuterà a garantire cure mediche, acqua potabile, alimenti terapeutici, zanzariere antimalaria ai bambini dell'Africa centrale e occidentale. Vieni in piazza il 6 e 7 ottobre 2012 a scegliere la tua Orchidea UNICEF. È un gesto che vale una vita."
Africo un cantiere
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Dopo quasi 10 anni in Piazza S.S. Salvatore di Africo sono ripresi i lavori per la ristrutturazione e il completamento, per il termine dei lavori sono previsti circa 40 giorni. Dopo tanto tempo e tanti tentativi di altrettanti Amministratori che si sono succeduti negli anni, finalmente è partita la metanizzazione di tutto il paese, che dovrebbe terminare a fine 2013.
Illuminazione strada di via Serro Maglia, un tratto di via provinciale, e in Contrada artarusa.
Resoconto presentazione del libro di Bruno Palamara al Museo Nazionale di Locri
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La “Locri antica” rilancia l’immagine di Africo. Il Complesso Monumentale “Casino Macrì”, posto al centro degli scavi di Locri, è stato teatro della manifestazione culturale in cui protagonista assoluto è stato Africo con la sua millenaria storia che tanto ha affascinato e incuriosito il pubblico. L’occasione è stata resa possibile dalla presentazione del libro di Bruno Palamara, “Africo cognomi e ritratti”, Ed. Laruffa, che ancora una volta riporta alla ribalta Africo e Casalnuovo d’Africo. La serata, organizzata dal Responsabile dei Servizi educativi del Museo Nazionale di Locri, Dott.ssa Laura Delfino, è stata brillantemente moderata da Ugo Mollica, che con la sua carica di simpatia ha saputo coinvolgere il pubblico in un interessante dibattito colloquiale con l’autore. Il poeta Pasquale Favasuli e il prof. Leo Stilo, Dirigente scolastico, hanno portato la loro ricca testimonianza di africesità, mentre il sindaco Versaci ha riferito degli sforzi sostenuti per riportare in luce e restaurare i ruderi dei due paesi distrutti dall’alluvione del 1951.
L’autore, che ha diffusamente intrattenuto i presenti, spaziando sul lungo e prestigioso passato di Africo, parlando dei cognomi legati ai suoi personaggi, si è soffermato poi particolarmente su Casalnuovo d’Africo, affermando la necessità di rispolverare la sua memoria storica, perché l’opinione pubblica la identifica erroneamente con quella di Africo. E invece, afferma Bruno Palamara, Casalnuovo ha una sua autonoma storia, oggi, purtroppo, dimenticata o, peggio ancora, quasi del tutto ignorata, specialmente dalle nuove generazioni.
Nel corso della serata il pubblico ha avuto l’occasione di ammirare la splendida galleria fotografica di Tino Petrelli che, apparsa per la prima volta su “L’Europeo” nel 1948, ebbe il merito di portare Africo all’attenzione del mondo, facendo sorgere un “caso Africo” in campo nazionale, rappresentando la drammatica e penosa condizione in cui versava il paese.
Con la presentazione del libro di Bruno Palamara si conclude il quadro delle manifestazioni culturali svoltesi durante l’estate nel suggestivo Complesso Monumentale “Casino Macrì”, eventi che testimoniano l’attivismo della dott.ssa Rossella Agostino, Direttrice del Museo Nazionale di Locri, teso a diffondere e a valorizzare l’intero territorio locrideo.
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Il libro "Africo cognomi e ritratti" approda al Museo Nazionale di Locri
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Alla presentazione daranno il loro contributo di africesità, oltre il sindaco Versaci, il poeta Pasquale Favasuli e il Dirigente scolastico Leo Stilo, che da Reggio Calabria, dove vive, porterà la sua ricca testimonianza di Africese, figlio dell'ultimo pastore di Africo Vecchio. La presentazione, voluta espressamente dalla Direttrice Dott.ssa Rossella Agostino, si svolgerà presso il Complesso Monumentale "Casino Macrì", che si trova all'interno del suggestivo parco archeologico di Locri Epizefiri (Museo di Locri).
Resoconto presentazione del libro di Bruno Palamara al Museo Nazionale di Locri
Ricevuti alla Regione Calabria da Scopelliti, Caligiuri e Tallarico i due sub di Africo
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Premiata la scelta culturale della legalità
Due di Africo lo hanno fatto. Una creatura felina di bronzo, che magari non è stata partorita dalle mani fatate di Fidia o di Lisippo, che forse non è figlia della creatività degli artisti reggini o locridei. Un leone dorato, che fosse anche il costrutto dei nostri Sinti, di Bovalino o di Monasterace, diventa un bene comune. Due di Africo hanno dato alla Calabria ciò che a essa appartiene, compiendo un gesto che gli ipocriti vorrebbero fosse un gesto normale e che tale non è, che sarebbe bene lo diventasse. Calabria o resto del mondo, i furbi proliferano, e a ogni latitudine si opta spesso per il bene personale. Così non fosse, in tanti musei del mondo e in tante collezioni
private non ci sarebbero le glorie del passato, prodotte da civiltà che in certi posti non ci sono passati neanche di striscio. La Persefone di Locri difficilmente se né andata in vacanza a Berlino con mezzi di locomozione propri. I Bronzi di Riace forse non erano impudicamente nudi al momento della loro scoperta e la testa di Porticello un corpo ce lo avrà pur avuto. Quindi bando alle ciance e chi avesse qualcosa di buono che appartiene a tutti la tirasse fuori. Monili, statue, anfore, calici e pietre. In tempi in cui la ‘ndrangheta non c’era, o non era ancora stata inventata, i calabresi sapevano fare altro, oltre che sparare a pallettoni. Di santi trofei la nostra terra è piena, e chi, inavvertitamente è ovvio, ne avesse qualcuno in cantina lo mettesse in balcone a farsi ammirare. Di leoni antichi ne salterebbero fuori tanti, se tanti fossero i leoni moderni. Perché questa è terra che di felini ha bisogno, che con gli ovini si è arrivati, ormai, al capolinea. Non vorrei essere enfatico, ma il Bruzzaniti e il Morabito non si sono comportati da pecore.
Hanno fatto un gesto in controtendenza. Coraggioso si, da calabresi attaccati alla loro terra. Se il leone si rivelerà di poco valore sui loro petti ci finirà una stella di latta, e io spero che così non sia. Se al re dello Ionio verrà riconosciuta un’illustre genia, loro, eternamente, ne saranno i padri. E io, ideologicamente, il Presidente Scopelliti non lo lodo, né mi lamento per l’assenza ormai cronica della mia parte politica. Ma il suo gesto, quello di incontrarli, è lodevole. Avrebbe potuto nicchiare, aspettare conferme o bocciature. Invece, bruciando i tempi, ha ricevuto i ritrovatori di Africo. Li ha ringraziati.
Non lo ha fatto per la scoperta di un tesoro, ha, semplicemente, apprezzato il modo giusto di essere calabresi e italiani. Ha lodato la scelta di saltare fuori da un territorio considerato esclusivamente ostile. La voglia di battere un colpo. La coscienza di scegliere. E in fondo essere pecore o leoni dipende più da noi che da un destino avverso. E, per una volta, lode a tutti, tranne a chi spera che il leone si riveli una pecora.
articoli tratti dal sito http://www.larivieraonline.com