Salone del libroIn un'epoca in cui il fair play nel calcio è spesso messo da parte, emergono storie come quella di Alessandro Palamara, un giovanissimo calciatore dell'Audax Locri di soli otto anni che ha dato una lezione di lealtà e correttezza durante una partita che resterà nella memoria di tutti coloro che erano presenti sul campo. Durante una partita a San Giorgio Morgeto, Alessandro si è reso conto che l'arbitro stava per commettere un errore a favore della sua squadra. Invece di trarre vantaggio da questa situazione, il giovane calciatore ha compiuto un gesto che ha stupito tutti: si è avvicinato all'arbitro per segnalargli che un calcio d'angolo doveva essere assegnato alla squadra avversaria. L'arbitro, sorpreso dalla maturità e dalla lealtà dimostrate da un bambino così giovane, ha abbracciato il giocatore ed assegnato il calcio d'angolo alla squadra avversaria, suscitando l'applauso e l'ammirazione di tutti i presenti in campo e sugli spalti. Il gesto non è passato inosservato ed ha ricevuto, al termine della partita, elogi da parte di allenatori, genitori e compagni di squadra. Il suo comportamento esemplare è un esempio di fair play e sportività che dovrebbe ispirare non solo i suoi coetanei, ma anche giocatori di tutte le età, dimostrando che nel calcio, come in qualsiasi altro ambito della vita, la lealtà e la correttezza sono valori fondamentali che vanno al di là della competizione e della vittoria. La storia di Alessandro, nipote tra l'altro dello scrittore Bruno Palamara, ci insegna infatti, che il vero spirito dello sport risiede nella capacità di fare la cosa giusta, anche quando nessuno ci sta guardando.