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Cortona On The Move il reportage su Africo del 1948

L'Archivio Publifoto realizzato durante il viaggio ad Africo nel 1948 da Tino Petrelli e Tommaso Besozzi, recentemente acquisito da Intesa Sanpaolo, sarà presentato venerdì 14 luglio alle ore 20:00 a Cortona, Comune della Toscana, presso la Fortezza del Girifalco fino al primo ottobre. Il Festival internazionale della fotografia, giunto alla sua trecicesima edizione ha come tema More or Less: "Due categorie che definiscono il mondo in cui viviamo, le nostre aspirazioni, le nostre paure, le nostre appartenenze". 

Si ringrazia Giovanni Luzzi per la cortese informazione.

Il caso “Africo”. Dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo A cura di Paolo Woods Supervisione scientifica di Barbara Costa Ricerca iconografica di Serena Berno e Silvia Cerri

https://www.cortonaonthemove.com/exhibit/il-caso-africo/

Umberto Zanotti Bianco e l'ANIMI a sessant'anni dalla morte di Andrea Morabito

La figura di  Umberto Zanotti Bianco è senza dubbio  fuori dal comune. Uomo del Nord che profuse a piene mani in tutto il mezzogiorno un impegno sociale che lo ha reso immortale agli occhi dei meridionali. La sua indole naturale, l'influenza degli scritti di autorevoli meridionalisti come Franchetti, Fortunato, Salvemini lo convinsero a un scelta di vita ad appena vent’anni, che lo legò inesorabilmente  alle sorti del Mezzogiorno d'Italia per tutto il resto della sua vita. Nonostante le molteplici attività che lo impegnarono nel sorso degli anni, non dimenticò mai la sua assunzione di “responsabilità” verso il Sud d’Italia, che chiamava il “mio mezzogiorno”. Portare negli umili,  tra la povera gente, l'infanzia e gli analfabeti dei luoghi più abbandonati, mediante la scuola, una elevazione ad un livello di vita più umano e civile, fu l’impegno, che assunse con la sua Associazione, da uomo d’azione qual’era, per portare istruzione là dove la povertà e l’ignoranza dominavano sovrane. Lavorò in questo campo con ardore indefesso.

Serata di Balletto a cura dell'Associazione Jonica Danzatori

L'Associazione Jonica Danzatori A.Jo.D diretta dal Maestro Natale Nucera, con il Patrocinio del Comune di Bianco, presenta "Serata di Balletto". L'evento si svolgerà Sabato 1 luglio 2023 a partire dalle ore 21:00 presso Villa Medici a Bianco (RC). Un appuntamento da non perdere...!!

Ajod illumina la notte di Bianco - articolo tratto da "il Quotidiano del Sud" del 5 luglio 2023

Miti e Magie. L'aura di piante e sirene tra mitologia e letteratura in Calabria

Un lavoro di ricerca, curato da Roberta Alparone, Alessia Cambareri, Chiara Caridi e Desirée Vadalà, nato da un progetto di laboratorio del corso di Scienze della Formazione Primaria dell'Università degli studi Mediterranea (RC), con il fine di riscoprire le origini, tradizioni ed il legame storico col territorio attraverso le piante. Il gruppo, ha realizzato un documentario al cui interno sono inserite tutte le informazioni riguardanti la Ginestra, ricavate grazie ad interviste effettuate in vari luoghi della Calabria, tra cui Africo. "Qui abbiamo conosciuto persone fantastiche che ci hanno accolto con grande ospitalità e spiegato la lavorazione della pianta". Nel libro "Tra la perduta gente: Africo 1948, Reportage fotografico Tino Petrelli", è presente una parte in cui Zanotti Bianco descrive una nenia magistralmente riprodotta col flauto traverso da Caridi Giada, studentessa del Conservatorio di Musica Francesco Cilea (RC).

 Video documentario - Nenia

Maria Nocera

Africo è stato uno dei tanti paesi dell’Aspromonte con una economia in buona parte autarchica. In tale contesto i mulini erano importanti: tutti se ne servivano e la vita del borgo vi scorreva. Il mulino di Luca, fertile contrada equidistante tra Africo e la sua frazione Casalnuovo, era gestito da Francesco Nucera, originario di Ghorio di Roghudi. Si sposa con Giovanna Chirico di Africo e il matrimonio è benedetto da quattro figlie femmine. Maria è la figlia maggiore e collabora da subito col padre. A dieci anni è capace di far partire il mulino e governarlo in tutte le sue parti. Ma l’intera famiglia partecipa alle tante attività: l’allevamento del baco da seta, la cura del bestiame, la coltivazione di ortaggi e di piante da frutto. Tanto lavoro ma buona resa. I sogni purtroppo si spezzano nell'alluvione del 1951 dove perdono tutto: la casa, il mulino, il bestiame. La furia delle acque porterà via financo i bauli della biancheria in dote alle ragazze. Con l’abbandono del paese inizia un lungo e doloroso esodo che termina ad Africo Nuovo. È qui che vive Maria, che ora ha 90 anni, circondata dai figli, nipoti e pronipoti.

dalla pagina facebook di Questo è Aspromonte

Le proteste nei centri da parte degli sfollati di Africo di Andrea Morabito

Il numero esorbitante di ospiti nello stesso Centro creò molti e svariati problemi, primo fra tutti, come è notorio, l’insufficienza di vani baracche con le sue varie problematiche. I profughi erano coscienti che ciò non dipendeva dalla volontà solo delle autorità della Provincia, ma era un problema più dipendente da quelle nazionali. Quello che però non sopportavano, era il fatto che alcune problematiche, a loro vedere, erano direttamente dipendenti dalla volontà di chi gestiva i centri, e contro questi si sentiva autorizzata a montare delle proteste; ve ne furono diverse nei vari Centri raccolta.