Notizie

Maria Nocera

Africo è stato uno dei tanti paesi dell’Aspromonte con una economia in buona parte autarchica. In tale contesto i mulini erano importanti: tutti se ne servivano e la vita del borgo vi scorreva. Il mulino di Luca, fertile contrada equidistante tra Africo e la sua frazione Casalnuovo, era gestito da Francesco Nucera, originario di Ghorio di Roghudi. Si sposa con Giovanna Chirico di Africo e il matrimonio è benedetto da quattro figlie femmine. Maria è la figlia maggiore e collabora da subito col padre. A dieci anni è capace di far partire il mulino e governarlo in tutte le sue parti. Ma l’intera famiglia partecipa alle tante attività: l’allevamento del baco da seta, la cura del bestiame, la coltivazione di ortaggi e di piante da frutto. Tanto lavoro ma buona resa. I sogni purtroppo si spezzano nell'alluvione del 1951 dove perdono tutto: la casa, il mulino, il bestiame. La furia delle acque porterà via financo i bauli della biancheria in dote alle ragazze. Con l’abbandono del paese inizia un lungo e doloroso esodo che termina ad Africo Nuovo. È qui che vive Maria, che ora ha 90 anni, circondata dai figli, nipoti e pronipoti.

dalla pagina facebook di Questo è Aspromonte

Le proteste nei centri da parte degli sfollati di Africo di Andrea Morabito

Il numero esorbitante di ospiti nello stesso Centro creò molti e svariati problemi, primo fra tutti, come è notorio, l’insufficienza di vani baracche con le sue varie problematiche. I profughi erano coscienti che ciò non dipendeva dalla volontà solo delle autorità della Provincia, ma era un problema più dipendente da quelle nazionali. Quello che però non sopportavano, era il fatto che alcune problematiche, a loro vedere, erano direttamente dipendenti dalla volontà di chi gestiva i centri, e contro questi si sentiva autorizzata a montare delle proteste; ve ne furono diverse nei vari Centri raccolta.

A proposito di San Martino

Se infilo la testa nella vecchia scatola dei ricordi, dopo le feste dei Santi e dei Morti, San Martino occupava un posto importante. Prima di tutto l’iconografia: il libro di lettura delle Scuole Elementari lo proponeva ogni anno con la stessa immagine. Soldato romano austero, elmo compreso, in sella ad un indomito e nerboruto cavallo bianco che impugnava la spada, nell’atto di tranciare un rosso mantello svolazzante da donare ad un vecchio seminudo verso di lui proteso! Colori e forme vivide e definite, non immobili ma che lasciavano indovinare le movenze del prima e del dopo. Increduli e sbigottiti ascoltavamo “ 'U cuntu i San Martinu".

Festa di San Martino

Sabato 12 novembre l'Amministrazione Comunale di Africo organizza la festa di San Martino. La serata inizia alle 18:00 in Piazza S.S. Salvatore con degustazione di zeppole, castagne e porchetta accompagnate da vino. Ad arricchire l'evento, una gara di ballo della tarantella con un premio finale alla migliore coppia. Per partecipare alla sfida è necessario iscriversi entro le ore 18:00 di sabato 12 novembre.

 

vista recente Africo Vecchio

Sull’Alluvione che nell’ottobre del 1951 ha causato la tragica fine di Africo e di Casalnuovo, si sono spesi fiumi di parole, si sono dati giudizi contrastanti, ognuno l’ha giudicata in modo personale. Io cerco di dare il mio parere da storico, oltre che da africese, uno degli ultimi nati nella vecchia Casalnuovo d’Africo. 

Indubbiamente, Africo ha avuto una storia difficile, storia di sacrifici e di terremoti, una storia complessa e complicata, una storia di gente povera e laboriosa, fiera e tenace, mai arrendevole, il cui punto nevralgico è rappresentato proprio dall’alluvione del ‘51, vero e proprio spartiacque di due mondi diversi e contrastanti: Africo “prima dell’alluvione”, Africo “dopo l’alluvione”.