Umberto Zanotti Bianco e l'ANIMI a sessant'anni dalla morte
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La figura di Umberto Zanotti Bianco è senza dubbio fuori dal comune. Uomo del Nord che profuse a piene mani in tutto il mezzogiorno un impegno sociale che lo ha reso immortale agli occhi dei meridionali. La sua indole naturale, l'influenza degli scritti di autorevoli meridionalisti come Franchetti, Fortunato, Salvemini lo convinsero a un scelta di vita ad appena vent’anni, che lo legò inesorabilmente alle sorti del Mezzogiorno d'Italia per tutto il resto della sua vita. Nonostante le molteplici attività che lo impegnarono nel sorso degli anni, non dimenticò mai la sua assunzione di “responsabilità” verso il Sud d’Italia, che chiamava il “mio mezzogiorno”. Portare negli umili, tra la povera gente, l'infanzia e gli analfabeti dei luoghi più abbandonati, mediante la scuola, una elevazione ad un livello di vita più umano e civile, fu l’impegno, che assunse con la sua Associazione, da uomo d’azione qual’era, per portare istruzione là dove la povertà e l’ignoranza dominavano sovrane. Lavorò in questo campo con ardore indefesso.
Serata di Balletto a cura dell'Associazione Jonica Danzatori
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L'Associazione Jonica Danzatori A.Jo.D diretta dal Maestro Natale Nucera, con il Patrocinio del Comune di Bianco, presenta "Serata di Balletto". L'evento si svolgerà Sabato 1 luglio 2023 a partire dalle ore 21:00 presso Villa Medici a Bianco (RC). Un appuntamento da non perdere...!!
Ajod illumina la notte di Bianco - articolo tratto da "il Quotidiano del Sud" del 5 luglio 2023
Miti e Magie. L'aura di piante e sirene tra mitologia e letteratura in Calabria
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Un lavoro di ricerca, curato da Roberta Alparone, Alessia Cambareri, Chiara Caridi e Desirée Vadalà, nato da un progetto di laboratorio del corso di Scienze della Formazione Primaria dell'Università degli studi Mediterranea (RC), con il fine di riscoprire le origini, tradizioni ed il legame storico col territorio attraverso le piante. Il gruppo, ha realizzato un documentario al cui interno sono inserite tutte le informazioni riguardanti la Ginestra, ricavate grazie ad interviste effettuate in vari luoghi della Calabria, tra cui Africo. "Qui abbiamo conosciuto persone fantastiche che ci hanno accolto con grande ospitalità e spiegato la lavorazione della pianta". Nel libro "Tra la perduta gente: Africo 1948, Reportage fotografico Tino Petrelli", è presente una parte in cui Zanotti Bianco descrive una nenia magistralmente riprodotta col flauto traverso da Caridi Giada, studentessa del Conservatorio di Musica Francesco Cilea (RC).
Il mulino di contrada Luca nei ricordi della Signora Maria Nocera
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dalla pagina facebook di Questo è Aspromonte
Opere in miniatura di Pasquale Leggio
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Osservando e ammirando le realizzazioni di Pasquale Leggio (alias Linu Leggiu), sembra quasi poterci entrare dentro, per vivere (o ri-vivere) i momenti del passato. Infatti, chiudo gli occhi per un attimo e, assecondando la mia immaginazione, mi ritrovo facilmente nel ricordo di una scena familiare durante il periodo invernale. A quei tempi non esistevano impianti di riscaldamento, men che meno intelligenti: ci si affidava esclusivamente al "braciere" la cui preparazione avveniva all’esterno delle abitazioni. Il carbone, che ne era la componente fondamentale, necessitava di una completa combustione e maturazione e per accelerarne il processo si “ventulijava” (agitava) un pezzo di cartone. Una volta portato all’interno, ciascuno cercava di guadagnare la prima fila intorno alla "conca" dove il braciere veniva riposto, per potersi meglio riscaldare.
Storia: le proteste nei centri da parte degli sfollati di Africo di Andrea Morabito
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Il numero esorbitante di ospiti nello stesso Centro creò molti e svariati problemi, primo fra tutti, come è notorio, l’insufficienza di vani baracche con le sue varie problematiche. I profughi erano coscienti che ciò non dipendeva dalla volontà solo delle autorità della Provincia, ma era un problema più dipendente da quelle nazionali. Quello che però non sopportavano, era il fatto che alcune problematiche, a loro vedere, erano direttamente dipendenti dalla volontà di chi gestiva i centri, e contro questi si sentiva autorizzata a montare delle proteste; ve ne furono diverse nei vari Centri raccolta.